martedì 12 agosto 2008

Testimonianze della seconda esperienza a Loreto





Ciao a tutti.

Riporto qui sotto la testimonianza di due ragazze dell'Unitalsi di Pesaro circa il loro secondo pellegrinaggio a Loreto (1-4 Agosto 2008) come volontarie. Come il precedente post di Andrea Pagnini, noterete che anche qui viene nominata Anita, una ragazza di 17 anni costretta dalla nascita a vivere su una sedia a rotelle, ma che nonostante questo ha dimostrato di avere una grandissima fede in Dio e di sorridere alla vita di tutti i giorni. Credo che Anita, nella fotografia assieme a Tiziana, abbia dato tantissimo a tutti coloro che hanno avuto l'onore e la fortuna di conoscerla, perché ha saputo donare una grande testimonianza della presenza di Maria e Gesù nel volto delle persone che soffrono e nella stessa cittadina di Loreto, meta di speranze e di sorrisi.

E così anche quest’anno si è conclusa un’altra bellissima esperienza a Loreto!!

E’ incredibile come il Signore possa regalarci emozioni sempre nuove, mettendoci nel cuore doni bellissimi e utili per la nostra vita.

Nulla è mai scontato per Lui e anche un semplice sorriso o un affettuoso abbraccio possono contribuire a rendere gioiosa una giornata cominciata “con il piede sbagliato”.

Se pensavamo, terminato il pellegrinaggio dell’anno scorso, di aver vissuto l’esperienza più bella della nostra vita, forse era solo perché ancora non potevamo sapere cosa ci avrebbe donato il Signore a solo un anno di distanza.

Il fatto di aver conosciuto Anita, una ragazza di 17 anni, costretta a vivere su una sedia a rotelle, non solo ha messo in crisi il nostro “io”, ma ci ha fatto rendere conto di quante cose diamo spesso per scontate e di come non ci accorgiamo dei gesti d’amore di ogni giorno nei nostri confronti.

I “GRAZIE” che Anita non si stanca di ripetere e i “TI VOGLIO BENE” che teneramente non nega mai a nessuno sono piccoli doni che però riempiono improvvisamente il cuore di una felicità indescrivibile.

Ti chiedi come mai una ragazza, ipovedente e per nulla autonoma, possa definirsi fortunata e possa affermare con convinzione che la vita è una cosa bellissima e non va sprecata.

Ma per capire e darsi una risposta non serve andare lontano: basta guardare negli occhi di chi soffre, per scorgere il volto di Cristo Misericordioso.

Ti accorgi così che la malattia non è un ostacolo, ma una via molto più comoda per riuscire ad abbracciare la croce di Gesù.

Spero che tutti possano portare con sé “l’impronta” che questo pellegrinaggio ha lasciato nel cuore di ognuno di noi; per quanto ci riguarda, vogliamo soltanto aggiungere: grazie Anita!!!

Agnese e Valentina Rossi

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